Presentata la Mostra “La Rosa Bianca” all’Università degli Studi di Trieste

Alberto Pasino Rosa Bianca
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Venerdì 17 febbraio, alle ore 11.30, presso l’Atrio Edificio A dell’Università degli Studi di Trieste, è stata inaugurata la Mostra “La Rosa Bianca”, in occasione dell’ottantesimo anniversario del martirio dei fratelli Scholl. La mostra, allestita dall’Associazione Trieste 2030, sarà visitabile a partire da oggi fino a domenica 26 febbraio.

Il 18 febbraio 1943, mentre distribuivano volantini antinazisti presso l’Università degli Studi di Monaco di Baviera, i fratelli Hans e Sophie Scholl, membri della Rosa Bianca – uno dei più noti gruppi di resistenza tedeschi contro la dittatura nazionalsocialista – e studenti di quell’Ateneo, furono arrestati dalla Gestapo. Dopo tre giorni di interrogatori, il 22 febbraio furono processati da un tribunale presieduto dal famigerato Roland Freisler, e condannati, assieme a Christoph Probst, alla pena di morte, eseguita il pomeriggio stesso. Nei mesi successivi altri membri furono arrestati, processati e condannati a pene severe. Alcuni di essi, tra i quali il Professor Kurt Huber, docente presso l’Università di Monaco, subirono la pena capitale. A ottant’anni dal loro martirio occorre fare memoria dell’esempio lasciatoci da Sophie e Hans Scholl. L’anelito alla libertà e alla difesa della dignità del popolo tedesco attraverso la ribellione al nazismo, che innervano i sei volantini distribuiti dalla Rosa Bianca tra il ‘42 e il ’43, di cui Hans Scholl fu il principale ispiratore, e la forza morale con cui Sophie Scholl affrontò le accuse mossele dalla Gestapo, rifiutando l’offerta di scaricare sul fratello e su altri le proprie responsabilità per ottenere una pena più mite, costituiscono un lascito universale e di perenne attualità, che l’Associazione Trieste 2030 ha desiderato porre in risalto.

“Oggi abbiamo celebrato la luce che rischiara le tenebre, per onorare i pochi che, resistendo ai molti, hanno redento il loro popolo” dichiara Alberto Pasino, presidente dell’Associazione Trieste 2030, sottolineando come “la nostra coscienza – temprata alla luce della verità, alla cui dedizione l’Università vive – custodisce in sé la capacità di lottare per la libertà dello spirito e per l’onore dell’uomo, una consapevolezza che a ottant’anni di distanza dal loro sacrificio i martiri della Rosa Bianca ci donano, rendendo preziosa questa occasione di far memoria del loro sacrificio”.

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